Ci sono pregiudizi in tutti gli scritti, che soffrono nel nostro caso di una visione troppo europea quando ci avviciniamo al campo della concorrenza. Così le cose, dalle prime gare in poi Le Mans fino alla partenza della Targa-Florio o della Mille Miglia – senza dimenticare il Campionato Europeo Piloti – la nostra attenzione rispetto alle gare anteguerra tende ad essere piuttosto eurocentrica.
Tuttavia, al di là dell'Atlantico, il panorama americano legato agli albori del motorsport mostra un sorprendente bouquet di invenzioni e imprese firmate da personaggi tipici dell'epopea nordamericana; quello che, dai libri del generazione perduta nei film di genere poliziesco introduce cappa e pugnale, un tipo di individualità raramente vista nell'industria europea più convenzionale.
Una tradizione in cui biografie come quella di Preston Tucker o Harry Miller si inseriscono perfettamente. Inoltre, entrambi finirono per lavorare insieme su vetture da corsa - commissionate dalla stessa Ford -, primi carri armati dotati di torretta mobile e anche numerosi elementi successivamente montati sui carri armati. Jeep-Willys.
In breve, un buon esempio del vasto ingegno meccanico americano, in cui possiamo rintracciare i primi esempi di trazione anteriore negli anni '91. Periodo in cui il Miller XNUMX si affacciò sul mercato delle competizioni, prevalendo infine nel Campionato Nazionale AAA grazie ad elementi come la sovralimentazione o la possibilità di scegliere tra trazione posteriore o trazione anteriore.
HARRY MILLER, DESTINATO ALLE CORSE
Ripercorrendo la storia dei motori negli Stati Uniti, è frequente imbattersi in biografie come quella di Harry Miller. Totalmente condizionato dal suo desiderio di lavorare in modo indipendente nel campo delle competizioni, questo geniale ingegnere nato nel 1875 Ha potuto farsi le ossa come meccanico nella famosa Vanderbilt Cup e poi avviare una propria officina specializzata in carburazione.
Da qui in poi, i buoni risultati finanziari gli permisero di ritornare alla sua passione per la velocità, progettando alcune delle auto più audaci del suo tempo dopo aver lasciato nella sua storia il primo motore con pistoni in alluminio insieme a importanti sviluppi nell'induzione, utilizzando a questo scopo le teorie dell'acustica.
Insomma, uno di quegli uomini creativi - e solitamente sprovvisti del budget necessario per arrivare a una conclusione positiva - e di carattere individuale con cui buona parte del Sport motoristico americano finché il predominio della grande industria con sede a Detroit non limitò quasi ogni possibilità di dissenso.
MILLER 91, PIONIERA DELLA TRAZIONE ANTERIORE
Da decenni la trazione anteriore rappresenta la soluzione tecnica assolutamente maggioritaria. Tuttavia, non è stato così fino agli anni '60, quando grazie alle innovazioni di Alec Issigonis -Mini- e Dante Giacosa -Primula- la propulsione posteriore stava cedendo il passo a tempi nuovi, almeno per quanto riguarda le vetture compatte e familiari.
In ogni caso, prima ancora, la trazione anteriore contava anche alcuni esemplari originali tra i quali spicca non solo la Trazione Avant -senza dubbio il più meritorio per la sua produzione in serie- ma anche alcuni esempi di minore rilevanza nella produzione di Saab o DKW.
Naturalmente, ciò che non è affatto comune è vedere l'implementazione di quei primi modelli a trazione anteriore il campo della competizione. Ancor meno negli anni ’20, decennio in cui i designer sembravano già completamente divertiti. adattando l'utilizzo del compressore Roots ai vostri veicoli come dimostra l'enorme successo ottenuto dalle Fiat, Amilcar, Bugatti o Alfa Romeo equipaggiate con tale elemento.
SOVRALIMENTAZIONE E TRAZIONE ANTERIORE
Da quando la Fiat fu pioniera della sovralimentazione con compressore volumetrico sulla sua 1923 per la pista nel 805, tutti produttori di corse Avevano modelli in questo senso negli anni '35. Inoltre, anche la riluttante Bugatti arrivò ad incorporarla nella sua Type XNUMXC.
Allo stesso modo, mentre tutto ciò accadeva in Europa, Harry Miller fu uno dei primi designer americani a utilizzare questa tecnologia. Infatti lo fece durante i primi anni del 1924, offrendo dirigendosi verso la stagione 1926 una monoposto da competizione non solo con sovralimentazione ma anche con la possibilità di montare sia la trazione posteriore che quella anteriore.
Progettato a partire da un telaio adattato ad entrambe le opzioni, ha rappresentato un vero e proprio scossone per la griglia di partenza del campionato. Associazione automobilistica americana, la cui edizione del 1927 riuscì a vincere appena due anni prima che si verificasse il Crash del '29 e con esso il fallimento dell'azienda guidata da Harry Miller.
Un finale brusco nonostante il quale è impossibile dimenticare il Miller 91: in grado di fornire fino a 250 CV alla parte anteriore come nessun'altra automobile aveva mai fatto prima.