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Lancia 2000. 50° anniversario del primo modello sotto la tutela della FIAT

Nella complessa storia industriale italiana il 1969 si rivela un anno chiave. L'anno dell'espansione della FIAT e della salvaguardia del capitale nazionale rispetto al Nord America. Ed è quello, desiderosa di ampliare il proprio prestigio acquisendo marchi storici con grandi capacità tecnologiche, Ford ha messo gli occhi sul motorsport italiano Italian. In questo senso sono particolarmente note le trattative tra Henry Ford II ed Enzo Ferrari. Qualcosa che è andato storto per il Michigan. Il tutto per cercare di prendere il controllo non solo delle vetture di serie, ma anche del reparto corse tanto gelosamente custodito da quelle di Maranello.

Tuttavia, ciò che non è così noto è il tentativo di acquisto della Lancia da parte del colosso del Michigan. Un processo commerciale interrotto precipitosamente dallo Stato italiano, che non vedeva di buon occhio la massiccia penetrazione di capitali stranieri nella sua potente industria automobilistica. Ecco perché, finalmente, il gioco è stato ribaltato a favore della FIAT, che ha acquisito tutta la Lancia nel 1969 dopo la sua vendita da parte della famiglia Pasenti, che dirigeva l'azienda da quando l'aveva acquistata nel 1955 dalla vedova e dal figlio del fondatore, Vincenzo Lancia.

Qui Lancia entra in un periodo tanto breve quanto vertiginoso, cercando la propria nicchia all'interno del gigantesco gruppo FIAT senza perdere l'innovazione meccanica che l'ha sempre definita. Una caratteristica che, mentre nella gamma delle autovetture si è diluita man mano che è stata omologata con le tecniche di produzione di serie proprie della FIAT, in termini di concorrenza è diventata ancora più commovente. È per questo, Nei soli 4 anni dal 1969 al 1973, in Lancia convivono auto disparate come le sobrie berline tipo 2000 con sperimentazioni futuristiche come la Stratos.

Un periodo di contrasti e di transizione in cui la Lancia 2000 ha giocato un ruolo fondamentale come prima vettura del marchio costruita sotto la tutela della FIAT. La cerniera tra due epoche che ha ormai cinquant'anni dalla sua presentazione nel 1971.

LANCIA 2000. PIU' LANCIA CHE FIAT

Il carattere del periodo transitorio in cui è stata concepita la Lancia 2000 è segnato da un fatto rivelatore. Ed è che questo non è stato solo uno dei pochi modelli a vivere per diversi anni con quello che è venuto a sostituire, ma anche con quello che lo ha sostituito. Dunque la Lancia 2000 è stata presa tra l'ultima serie della Flavia - prodotta fino al 1975 - e la prima serie della Beta. Un'auto rivoluzionaria rispetto ai tempi della Lancia come casa indipendente presentata nel 1972, ad appena un anno dal lancio della nostra protagonista.

Ad ogni modo, la verità è che in questa posizione a cavallo tra due epoche, la Lancia 2000 è chiaramente un affluente di quella vecchia. Di fatto, Questo modello è più un'evoluzione della Flavia di successo che un'auto appena coniata come la Beta.. Per questo motivo, nonostante la sua comparsa sia avvenuta sotto la direzione della FIAT, le novità sono piuttosto scarse rispetto al suo predecessore. Per quanto riguarda la meccanica, continua a montare il rivoluzionario motore Flat-4. Il quattro cilindri piatto in alluminio che fu introdotto nel 1960 per equipaggiare la Flavia.

Un motore che, Nel caso del 2000, è stato messo a punto per dare 115CV con il suo 1991cc. Aumentato a 126 nel caso della variante 2000 Inezione, che ha vinto quei cavalli grazie alla sostituzione della carburazione con l'iniezione. Rispetto alle dieci meccaniche che aveva la gamma Flavia, la Lancia 2000 offriva solo queste due per motorizzare le sue quattro varianti. Due berline - la 2000 e la 2000 Inezione - e le due sportive - la 2000 Coupé e la 2000 Coupé HF, dotate di motore a iniezione.

SUL SENTIERO DELLA COUPÉ LANCIA

Uno dei punti più eclatanti nella storia della Lancia 2000 è la divergenza estetica tra le sue versioni coupé e berlina. Un fatto che, in verità, non deve stupirci visto che era una costante in modelli come la Flaminia o la Flavia. Per quanto riguarda le loro berline, erano eredi delle cosiddette Linea Florida creata da Pininfarina nel 1955. Tuttavia, quando si trattava di coupé, i loro design diventavano meno convenzionali, specialmente nelle versioni speciali realizzate dalla sempre riconoscibile Zagato.

Gli osa non sono mai stati seguiti da Pininfarina, che è stata responsabile delle coupé più iconiche di Lancia negli anni '1971. Tra questi la versione due porte della Flavia, che lo stesso allestitore si occupò di aggiornare per illuminare la Lancia 2000 Coupé nel XNUMX. Un design in cui cambiano solo l'anteriore e il posteriore rispetto al predecessore. Il canto del cigno di versi creato dalle matite di Battista Farina negli anni Cinquanta. Sostituiti dalle fiancate molto più rettilinee di modelli come la Lancia Gamma Coupé del 1976 di Aldo Brovarone.

IL PROBLEMA FINALE: COSTI DI FABBRICAZIONE

Dopotutto, il problema principale della Lancia 2000 era il suo costo di produzione. Ancora sbilanciata da una produzione mal pensata per la commercializzazione di massa, la Lancia ha avuto negli anni Sessanta numerose difficoltà a generare vendite che permettessero di far quadrare i conti. Ecco perché, dopo l'assorbimento da parte della FIAT, la sfida principale è stata quella di incanalare i modelli di grande serie dell'azienda secondo gli standard industriali Agnelli. Proprio il percorso in cui la Lancia 2000 ha cantato la sua fine, superata dalla ben più moderna Beta.

Fotografie: Gustavo Boyero. Pininfarina. FCA Heritage.

PS Da La Escudería vogliamo ringraziare la vostra collaborazione a Gustavo Boyero, che ci ha gentilmente fornito per questo articolo il reportage fotografico realizzato alla Lancia 2000 Coupé de Jesús Núnez. Ex titolare della concessionaria FIAT di Alba de Tormes (Salamanca).

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scritto da Miguel Sanchez

Attraverso le notizie de La Escudería, percorreremo le tortuose strade di Maranello ascoltando il rombo del V12 italiano; Percorreremo la Route66 alla ricerca della potenza dei grandi motori americani; ci perderemo negli stretti vicoli inglesi seguendo l'eleganza delle loro auto sportive; accelereremo la frenata nelle curve del Rally di Montecarlo e ci sporcheremo anche in un garage recuperando gioielli perduti.

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