Alfa Romeo Giulia TZ 1964
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Alfa Romeo Giulia TZ, il passaporto dell'Autodelta per stabilirsi sulla pista di Balocco

Nata dalla collaborazione tra Zagato, Autodelta e Alfa Romeo, la Giulia TZ visse una stagione incredibile durante la stagione 1964, facilitando così il ritorno ufficiale della casa italiana alle competizioni.

Su Alfa Romeo Giulia Sono stati versati fiumi di inchiostro ma, in fin dei conti, esiste un'idea con cui si può sintetizzare molto di quanto pubblicato: questa berlina non ebbe varianti sportive ma, in sostanza, fu progettata ex novo come una pratica e auto familiare senza Pertanto, tralasciando le qualità agili e dinamiche.

Vale a dire, mentre ci sono legioni di modelli con tre volumi Da cui preparatori o marchi hanno evoluto versioni prestazionali, l'Alfa Romeo Giulia nasce con un occhio alla sportività applicata a tutta la sua gamma.

Ovviamente da qui è stato molto più semplice produrre una genealogia”sport"molto più prolifico di quello presentato da qualsiasi altra autovettura del suo tempo. Per di più, poco dopo aver visto la luce primi esemplari della carrozzeria berlina nel 1962 La stessa meccanica venne applicata alle linee coupé precedentemente utilizzate dalla Giulietta Sprint.

Tappa precedente alla presentazione, un anno dopo, della Giulia Sprint, apparsa ugualmente all'inizio della lunga saga di modelli carrozzati da Zagato e Bertone con uno sguardo rivolto verso dominano le classi inferiori ai due litri con cilindrate che variavano da 1.290 cc a 1.962 cc. Una saga di vincitori dove si inserisce uno dei modelli di maggior successo dell'intera storia dell'Alfa Romeo: la Giulia Tubolare Zagato TZ omologata nel 1964.

MANDARE LE CORSE, SI E NO

Dopo la seconda guerra mondiale, l'azienda pubblica Alfa Romeo, di proprietà dello Stato italiano dal 1932, dovette mettersi al passo con i tempi impegnandosi nella produzione su larga scala di auto da turismo. Qualcosa con cui si impegnò nel 1950 grazie al lancio della berlina 1900, capace di introdurre l'Italia nella modernità insieme alla Fiat 1400 e alla Lancia Aurelia.

Alfa Romeo Giulia TZ Zagato

Ciò non fu tuttavia un ostacolo alla continuazione dello spirito sportivo del marchio perché, anche dovendo abbandonare la F1 alla fine del 1952, pur avendola travolta con il suo Alfetta -l'economia governa- e si ritirò ufficialmente dalle corse nel 1953, la verità è che le versioni Turismo internazionale Erano un'arma perfetta per consentire a una moltitudine di piloti privati ​​di continuare a portare il nome Alfa Romeo sulle piste.

Allo stesso modo, la collaborazione con Zagato ha portato a modelli come la SZ realizzata sulla base della Giulietta Velocità di sprint. Un raffinato design racing rifinito in alluminio dal carrozziere milanese capace di sviluppare fino a 116 CV con il suo motore da 1.290 cc; In definitiva uno dei migliori modelli da competizione se ci riferiamo alla categoria 1.3 litri.

Detto questo era evidente come l’Alfa Romeo non avesse affatto lasciato incustodito il mondo delle corse. Un vero successo alla lunga perché, come si è visto perfettamente nel design della Giulia, la sportività nella sua meccanica e nell'immagine aziendale è stato fondamentale per stabilire una proiezione commerciale differenziata rispetto a quanto offerto da Fiat o da qualsiasi altro produttore generale.

L'IMPORTANZA DI AUTODELTA NELLA GENESI DELL'ALFA ROMEO GIULIA TZ

Mentre l'Alfa Romeo testava gli esemplari di pre-produzione della Giulia, gli ingegneri Carlo Chiti e Lodovico Chizzola fondarono nel 1961 l'officina Delta Auto - battezzata Autodelta due anni dopo - con l'obiettivo di realizzare preparazioni sportive e competizione sia per marchi che per team privati.

Un'occasione perfetta per l'Alfa Romeo, che ha visto qui la possibilità di esternalizzare le attività di competizione, superando così le carenze sperimentate nello sviluppo di versioni solo sportive con carrozzieri come Zagato o Bertone; capaci di migliorare peso, aerodinamica e perfino sospensioni ma, alla fine, incapaci di modificare la meccanica al punto da renderla veramente performante in pista.

Alfa Romeo Giulia TZ Tubolare

Entrambe le aziende iniziarono così a collaborare per creare una nuova e leggera GT in grado di sostituire la fortunata Giulietta Sprint Veloce. Qualcosa a cui ha felicemente aderito Zagato, incaricato di progettarne uno raffinato telaio tubolare con soli 62 chili pieni di rigidità; un'impresa del carrozziere portata avanti grazie alle conoscenze aeronautiche della SAI Ambrosini.

TRE CASE SONO COORDINATE PER CREARE UN UNICO MODELLO

Già nel 1962 l'Alfa Romeo Giulia TZ prese forma definitiva grazie al lavoro di Zagato e Autodelta sotto il coordinamento della casa di "biscien”. A questo punto, mentre “carrozza” aveva ottenuto un telaio tubolare rigido e leggero - proprio come aveva già fatto Mario Colucci alla fine degli anni Cinquanta nel Alfa Romeo-Abarth 1000 con soli 640 chili per 88 CV - l'allenatore ha adattato il quattro cilindri doppio albero a camme e 1.570 cc visti nella Giulia di alta serie.

Tra l'altro, alimentato da due carburatori Weber che, insieme ad un rapporto di compressione superiore a 11:1, potevano produrre più di 160 CV nelle unità più strette dotate di doppia candela dal 1965. Allo stesso modo, l'aerodinamica ha giocato un ruolo chiave grazie alla finendo con il dietro”Kammback”, capace di conferire al modello un aspetto inconfondibile massimizzando al contempo le possibilità offerte da un peso di solo 660 chili.

1964, L'ANNO DEL SUCCESSO

Tralasciando le versioni sportive derivate dai modelli da turismo, la verità è che la storia delle Alfa Romeo da corsa degli anni Cinquanta è piuttosto frustrante. Un bel po’ perché, in fin dei conti, progetti eccezionali come quello della 1900 C52”Disco volante” o quello della barchetta 750 Competizione ha lasciato traccia modelli sperimentali impossibilitato a raggiungere le piste a causa del modo in cui dovette essere tagliato fuori il reparto gare alla fine del 1952.

Per questo motivo il progetto dell'Alfa Romeo Giulia TZ non solo raggiunse la serie - furono assemblati circa 117 esemplari poiché era obbligatorio produrne almeno un centinaio entro un anno ai fini dell'omologazione - ma fu addirittura un vero asso sulle piste È degno di gioia e stupore in parti uguali. Naturalmente non bisogna mai dimenticare – come abbiamo già detto – il ruolo della Giulietta Sprint Veloce come prologo in tutto questo.

UN PASSAPORTO PER L'ASSORBIMENTO AUTODELTA

Comunque sia, la verità è che durante la stagione 1964 - la prima sui circuiti dopo aver ottenuto la suddetta omologa - la Giulia Tubolare Zagato si fece vedere praticamente imbattibile vincendo la sua classe in gare come la Mille Miglia, il Tour de France, la Targa-Florio, la 12 Ore di Sebring, la 1.000 Chilometri del Nürburgring o la stessa 24 Ore di Le Mans.

Inoltre, tutto ciò non era solo un semplice record; Tutt'altro, convinse i vertici dell'Alfa Romeo della convenienza di tornare alle corse. assorbendo così l'Autodelta; che, proprio alla fine del 1964, trasferì le proprie officine nell’emblematica pista di prova di Balocco.

Comunque, in un modo o nell'altro, la TZ del 1963 ha aperto la strada al Tipo 33 e la futura vittoria nel Campionato Mondiale Marche del 1975 da parte del TT12. "Quanto è bella Giulia!"

Immagini: RM Sotheby's

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scritto da Miguel Sanchez

Attraverso le notizie de La Escudería, percorreremo le tortuose strade di Maranello ascoltando il rombo del V12 italiano; Percorreremo la Route66 alla ricerca della potenza dei grandi motori americani; ci perderemo negli stretti vicoli inglesi seguendo l'eleganza delle loro auto sportive; accelereremo la frenata nelle curve del Rally di Montecarlo e ci sporcheremo anche in un garage recuperando gioielli perduti.

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