Presentato alla stampa nel corso del 2001, il Lancia Thesis comincerà presto ad emergere dal pericoloso limbo della "vecchia macchina" per entrare così nel campo del collezionismo. Infatti, al di là di qualche isolato commento firmato dagli appassionati del marchio italiano, il giornalismo automobilistico continua a non parlare di questa berlina in termini di “classica”.
Forse però è giunto il momento di concentrare l'attenzione su questo modello che, tralasciando il nostro evidente amore per Lancia, lo è senza dubbio uno dei migliori rappresentanti del segmento E quando concentriamo la nostra attenzione su ciò che siamo stati nel 21° secolo.
Ma andiamo per parti perché, anche se può sembrare eclatante, il modo migliore per cominciare a comprendere le ragioni e i pregi del nostro candidato all’acquisto è tornare indietro al 1968. L’anno in cui scomparvero le restrizioni doganali tra i paesi membri dell’Unione Economica Europea. Comunità, aprendo così la strada a piena egemonia delle berline tedesche nei principali mercati del Vecchio Continente.
E sì, al di là degli effetti inerenti al libero mercato ce ne sono stati ragioni principali per questo. Non invano, sia nel design che nel comfort, nelle finiture e nella meccanica, le top di gamma BMW e Mercedes - la prima con una certa sfrontatezza nella risposta al pedale mentre la seconda nettamente più docile e aristocratica - superavano di gran lunga tutto ciò che veniva prodotto in passato Francia e Italia.
1968, INIZIA L’EGEMONIA TEDESCA
Tralasciando quanto offerto da Rover e Jaguar nel Regno Unito, la verità è quella a livello continentale nessuno poteva far fronte all'espansione delle berline tedesche; ancor meno quando, negli anni Settanta, l'Audi si unì al binomio complementare formato da BMW e Mercedes.
In questo senso, mentre in Francia ci ha provato la Citroën DS resistere all'assalto -rottura del limite in termini di prestazioni a causa dell'età dei suoi motori- Lancia C'era poco spazio per una risposta da parte dell'Italia.
Inoltre, La sua situazione finanziaria era seriamente compromessa. e, allo stesso modo, nonostante fosse un veicolo molto interessante per gli affezionati al marchio, la verità è che la Flavia aveva ben poco da fare rispetto a quanto presentato in Germania.
IL RUOLO DI SUPPORTO DEI SALONI ITALIANI
Così, nel 1969, la generalista FIAT venne in soccorso con la presentazione della 130. Dotato di attrazioni come il suo motore V6 firmato Aurelio Lampredi o le sospensioni indipendenti sulle quattro ruote, questo finiva per accusare la scarsa potenza del motore - solo 140 CV per 1.600 chili - insieme ad un'estetica troppo conservativa.
Detto questo, nonostante abbia ricevuto un aggiornamento un po' più tardi, che includeva l'attraente variante coupé firmata da Pininfarina– la FIAT 130 non avrebbe mai potuto tenere testa alla BMW e alla Mercedes. In effetti, da allora fino ad oggi Parlare di berline europee è stato sinonimo di produzione locale tedesca salvo onorevoli - e temporanee - eccezioni come la Safrane Biturbo o la Thema 8.32.
Con tutto ciò, le rappresentanze italiane dei segmenti D ed E hanno sempre occupato un ruolo secondario rispetto ai modelli tedeschi pur utilizzando regolarmente gli ottimi Busso V6 nei modelli Alfa Romeo, FIAT -sì, c'era una Croma con questo motore- e Lancia. Questo marchio, per storia e identità aziendale, era il più propenso a presentare un modello come la Thesis.
LE BERLINE LANCIA SOTTO L'OMBRELLO DEL GRUPPO FIAT
Dopo essere stata assorbita dalla FIAT nel 1969, la Lancia si salvò da un destino incerto tra la scomparsa o l'acquisto da parte della Ford per, forse e proprio come fece Ford con il carrozziere Ghia, trasformarla in una semplice gamma di finiture da offrire nelle sue gamme turistiche.
A questo punto, il management guidato da Agnelli ha saputo convertire la storica casa italiana in un riferimento più o meno redditizio senza diluire tutto il suo carattere basato sulla stile e innovazione.
Prova di ciò è stata l'audacia Gamma del 1976, con una quinta porta molto ampia nella sua versione berlina pur presentando una carrozzeria coupé di ispirazione Aldo Brovarone. Inoltre, per quanto riguarda il motore, è stata fatta una scommessa azzardata installando un quattro cilindri boxer al posto di un sei in linea o a V, ricercando così minori consumi e maggiore morbidezza di funzionamento.
Ora, a causa del problemi di affidabilità La Gamma era ridotta a un mercato di nicchia dove abbondavano solo i fedeli al marchio; qualcosa di molto lontano dal competere con BMW, Mercedes e – già negli anni Settanta – Audi.
Dopo questo esperimento, il management del Gruppo FIAT ha preferito essere più cauto nei confronti della Lancia del segmento D, essendo sia la Argomento come le due berline Kappa basate su una moltitudine di elementi condivisi con FIAT e Alfa Romeo. Insomma, parliamo di modelli importanti ma, allo stesso tempo, difficilmente destinati a costituire parte essenziale della lunga storia della Lancia.
LANCIA THESIS, FINALMENTE UNA BERLINA CON UNA SUA BASE
A questo punto di questo articolo potresti essere nervoso nel leggere qualcosa di specifico sulla Lancia Thesis. Ma, come avete visto, parlando di un marchio speciale come Lancia, la contestualizzazione di certi modelli è del tutto necessaria; Oltretutto, In questo modo acquisisci un po' di cultura automobilistica, il che non è un male in tempi sempre più segnati da brevi testi che accompagnano immagini di automobili conosciute fino allo sfinimento.
Ciò detto, a fine Novecento i responsabili di una Lancia sempre più assediata da quella che sembrava una caduta senza ritorno spesero per lo sviluppo della Thesis un budget davvero notevole. E non lo hanno fatto solo perché, dopo l'aspettativa raccolta dal Dialoghi prototipo Nel 1998 sembrava che la Lancia potesse presentare qualcosa di veramente interessante per quanto riguarda le berline più esclusive.
E sì, nonostante la completa apertura della fiancata con porte posteriori suicide e l'assenza del montante B - un richiamo alle berline Aprilia e Aurelia - fosse d'intralcio, quelle linee segnate dal Centro Stile Lancia erano il base per la tesi del 2001. Retro senza essere stridente e originale senza rinunciare alla classicità, le sue linee si basavano su un telaio creato da zero per contrapporre la Mercedes Classe E e l'Audi A6.
STABILE COME UNA BARCA IN ACQUE CALME
Uno dei maggiori contributi della Lancia all'automobilismo sportivo fu l'esordio del telaio monoscocca nella Lambda del 1923. Concepito come un pezzo unico, cominciò ad essere utilizzato in grande serie già a partire dagli anni Cinquanta per diventare, poco a poco, la base imprescindibile di ogni vettura attuale. Un passo ispirato agli scafi delle navi, da cui è stato ripreso lo stesso concetto di semplicità e rigidità per adattarlo al settore delle quattro ruote.
Da qui è curioso come la rivista britannica Car abbia paragonato il comportamento su strada della Lancia Thesis con la stabilità e la pienezza di una grande imbarcazione in acque libere. Qualcosa a cui il sospensione multi-link forgiato in alluminio con ammortizzatori adattivi, perfetti per creare un ambiente sereno insieme ad un attento isolamento acustico dove solo una certa gamma di suoni del motore è consentita nelle versioni equipaggiate con il V6 Busso.
Insomma, un suono che non definiremmo esattamente inopportuno o sgradevole. Allo stesso modo, gli interni hanno completato il set basandosi sul suo approccio la ricerca dell'eleganza attraverso la semplicità e la qualità dei materiali. Secondo questa idea, la pelle potrebbe essere sostituita opzionalmente dalla tipica alcantara tanto amata dai fedelissimi del marchio.
ALCUNE VENDITE POCO ATTRAENTI
Per quanto riguarda i motori, però Furono vendute parecchie unità diesel - cose dell'inizio del 1.998° secolo, un altro giorno parleremo del comportamento di tanti venditori in quegli anni - l'offerta benzina iniziò con il cinque cilindri da 20 cc della famiglia Patrola Serra - a 185 valvole e già applicato in la Kappa - alla quale venne aggiunto un turbocompressore per raggiungere i XNUMX CV.
Allo stesso modo, nelle versioni di cilindrata superiore - 3 e 3,2 litri - veniva utilizzato l'Alfa Romeo Busso V6 da 230 CV. Una meccanica senza bisogno di presentazioni e che, unita al resto del set, ci fa esclamare "creatura meravigliosa! E, davvero, sotto queste coordinate Forse la Thesis è l'ultima Lancia veramente rappresentativa in attesa di ciò che arriva in elettrico e, ovviamente, nonostante monti motori condivisi con altri marchi.
Inoltre il Gruppo FIAT ha raggiunto l'obiettivo di commercializzarlo nelle concessionarie a prezzo di vendita circa il 15% in meno rispetto a quanto indicato dalle corrispondenti BMW e Audi. Purtroppo anche così le sue vendite non furono particolarmente significative - poco più di 16.000 unità - dato - ed è un'interpretazione personale - il gusto e il retrogusto dell'epoca di acquistare marchi premium senza guardare altro che lo stemma.
Dopotutto, era il tempo prima della crisi del 2008, il tempo in cui migliaia di persone cercavano di manifestare nuovo status acquisito con i mattoni con auto sempre più larghe, sempre più alte, sempre più pesanti e, soprattutto, sempre più travolgenti. Quelle stesse in cui il marchio posto sulla calandra ha la precedenza sull'ingegneria nascosta sotto la carrozzeria.
SI DOVREBBE PRODURRE LA TESI LANCIA?
A questo punto si potrebbe accusarci, non senza qualche ragione, di essere totalmente sedotti dalla Lancia Thesis. Tuttavia, la verità è questa essendo stato nella gestione della Lancia Io stesso – il sottoscritto Pen – avrei tentato con tutti i mezzi di impedirne il lancio.
E, pur essendo un'auto davvero interessante, rispetto alla proiezione commerciale della Lancia non era qualcosa di razionale o appropriato. Non invano, e come abbiamo già contestualizzato risalendo al 1969 con la presentazione della FIAT 130, le berline italiane Non sono mai stati in grado di competere con i tedeschi per ragioni con le quali potremmo scrivere un ampio articolo di opinione.
In più, sebbene un modello italiano come quello in questione possa confrontarsi senza problemi con un corrispondente tedesco - e peraltro a un prezzo inferiore -, la barriera insormontabile di cosa significa un marchio premium tra alcuni clienti maggioritari dei segmenti più esclusivi, li porta inevitabilmente a cadere in quello che abbiamo già chiamato il paradosso “Safrane Biturbo”.
Perché sì, ci sono persone che non acquistano tecnologia, ci sono persone che acquistano status attraverso un marchio. triste per chi lascia i gomiti in una scuola di ingegneria come reale per il marketing automobilistico. E qui, inoltre, parliamo di un marchio iconico come Lancia; sì, già molto toccato nella sua proiezione nelle date in cui è apparsa la Tesi.
IL TUO PIÙ GRANDE DIFETTO È ORA LA TUA PIÙ GRANDE VIRTÙ
Insomma, lanciarsi nella piena concorrenza del segmento E è stata sicuramente una decisione sbagliata per una Lancia che Lo avrei risarcito di più presentare un modello destinato al successo nel più generale segmento D. Qualcosa di simile ad un'Alfa Romeo 156 ma con un tocco più elegante che sportivo; proprio quello che la Lybra, fuori produzione nel 2006, non offriva perché disponeva di soli 150 CV nella sua versione più potente.
Certo, essendo già passati più di due decenni, il piccolo nome ottenuto dalla Lancia Thesis dà i suoi frutti prezzo più basso rispetto ai suoi concorrenti tedeschi. Ottime notizie per i tanti appassionati della rottamazione e del mercato dell'usato che, già da ora, dovrebbero iniziare a considerare l'acquisizione del nostro protagonista come modello da ritiro immediato.
UN MERCATO IN CUI DOBBIAMO RICERCARE
Decidendo di analizzare l'attuale status commerciale della Lancia Thesis, siamo partiti dal territorio peninsulare. Per quanto riguarda la Spagna il panorama non è molto prolifico; In effetti, la maggior parte delle unità disponibili hanno motori diesel - consideriamo questa berlina solo a benzina, soprattutto dal punto di vista di un collezionista e non di un rappresentante commerciale con un percorso di provincia - anche se, sì, di solito sono in buone condizioni apparenti. condizione. .
In relazione alla fascia di prezzo si oscilla tra i 3.000 e i 4.000 euro, salvo eccezioni per prezzi più alti. Detto questo, se proseguiamo con il territorio peninsulare, concentrandoci sul Portogallo, troviamo unità a benzina -soprattutto la 2.0 Turbo- molto ben conservata anche se, curiosamente, è tra il 30% e il 40% più costosa di quanto visto sul mercato spagnolo.
Con tutto ciò, il nostro sguardo si spinge al nord dei Pirenei, trovando in Francia un'offerta più varia e con Prezzi ragionevoli soprattutto in relazione ad alcune unità con motore V6 Busso. Se ti interessa la Lancia Thesis, valuta l'idea di imparare a dire buongiorno in francese.
DIRETTA IN ITALIA
Il mercato migliore però è ovviamente quello italiano; luogo dove possiamo scegliere tra più di 30 unità desiderabili anche se, ovviamente, pagando di più che in altri paesi poiché siamo nel territorio dove la Lancia è più apprezzata. In sintesi consigliamo di non recarsi nel Paese transalpino senza meno di 8.000 euro in tasca. E raschiare.
Purtroppo qui non possiamo contare sui sempre attivi tifosi inglesi perchè Il Gruppo FIAT non ha commercializzato la Thesis nel Regno Unito. In ogni caso, la verità è che il nostro protagonista inizierà a risuonare sempre di più nel mercato dei futuri classici. Il nostro consiglio è di prepararvi perché, se cercate una berlina ricca di fascino, ecco forse la risposta migliore e più originale.